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CRONACA FERMANA

Torniamo a “Bottega” come nel Medioevo? Di Laura Gioventù

CRONACA FERMANA

Il tempo di asciugatura dello smalto per unghie diventa sempre più lungo e a volte sembra addirittura interminabile. È incredibile quanto tempo impiegano le donne dietro queste cose.
Laccare le unghie ci costringe a restare ferme e immobili per molti minuti pur di avere mani e piedi perfetti, ma proprio quando non ci si può muovere arriva quella telefonata tanto importante, si prende il telefono in mano e puntualmente lo smalto, che sembra ormai asciutto, si ammacca e siamo costrette a ricominciare tutto da capo.
Oppure suonano alla porta, come ora, e manco a farlo apposta hai appena messo lo smalto ai piedi. Ti devi alzare, pensi di farcela, tanto è quasi asciutto e invece no, non si sa com’è, ma lo smalto si rovina sempre.

Ma la mia amica Alessandra non poteva trovare momento migliore di questo per passare a trovarmi?
Ogni volta piomba a casa mia senza avvisare.

-Alessandra, vieni vieni, entra e fammi la cortesia di chiudere la porta. Scusa ma non posso muovermi troppo, ho appena messo lo smalto ai piedi e già ho visto che si è rovinato. Sono già due volte che ricomincio da capo. Che mi racconti di bello?-

Ale, così la chiamano tutti per praticità, viene sempre a trovarmi per raccontarmi tutte vicende della sua vita e chiedermi consigli ma in realtà le serve spesso solo qualcuno che la ascolti, molte donne sono così.

-Finalmente ieri, in extremis, ho spedito la domanda per concorrere al “Work Experience” dalla Provincia di Fermo. Il primo di ottobre era l’ultimo giorno utile per inviare la raccomandata. Mancava un giorno alla scadenza del termine e dovevo ancora preparare tutti i documenti! Ero in preda al panico!!!
In realtà il bando è uscito a fine luglio ma come al solito mi sono ridotta all’ultimo minuto…
- comincia a raccontare la mia amica.

Alessandra mi conosce abbastanza bene e sa perfettamente che sentire queste cose mi manda in bestia. Che me le racconta a fare? Sa benissimo come la penso….la fretta fa sempre fare i mici ciechi alla gattina!

-… sei sempre la solita … e che cavolo… da fine luglio ne hai avuto di tempo …!!!- le dico.

-È vero, ma il fatto è che non sapevo a quale azienda rivolgermi!!!- Precisa subito lei quasi a volersi giustificare con me.

-Una azienda? È un concorso pubblico, che c’entra l’azienda?- le chiedo, mentre con l’acetone tolgo lo smalto rovinato dal mio piede destro.

- In pratica la Provincia di Fermo, utilizzando le risorse finanziarie messe a disposizione dai fondi europei, concede a diplomati e laureati 150 borse di studio per fare esperienze lavorative e realizzare progetti di ricerca presso le piccole e medie imprese della Provincia.
Per partecipare bisognava innanzitutto avere un’azienda disposta ad ospitare un borsista per poi elaborare un progetto di lavoro “innovativo” da svolgere presso la stessa per un totale di 30 ore settimanali per la durata di 8 mesi.
Sono disoccupata, ho meno di 35 anni, risiedo in uno dei comuni della Provincia e non ho mai usufruito di precedenti borse lavoro. Ho tutti i requisiti per partecipare ma non avevo l’azienda presso la quale presentare il progetto di lavoro!
Infatti, è condizione essenziale, pena l’esclusione, non aver mai lavorato e non avere rapporti di lavoro in corso con l’impresa ospitante ma, soprattutto, non avere legami di parentela fino al terzo grado o di coniugo con il titolare o i soci della stessa.
Purtroppo le uniche aziende che conosco sono di parenti più o meno acquisiti. Ho anche provato a chiedere in giro ma non ho trovato nessuno cui potesse interessare la cosa. Poi… poi è arrivato agosto, e sai meglio di me come funziona, tutti se ne vanno al mare e non trovi più nessuno che ti dia retta!
Insomma, ci avevo rinunciato!!!-


Quando ti deve raccontare una cosa Alessandra non tralascia mai nessun particolare. A volte questo suo atteggiamento potrebbe risultare un po’ pesante per chi non c’è abituato.

-…e poi invece come hai fatto a trovare l’azienda?- le domando.

- Quando non ci pensavo più ho letto sul sito della Provincia di Fermo che era stato reso disponibile l’elenco delle imprese che avevano dichiarato la loro disponibilità a individuare diplomati e laureati per un’eventuale partecipazione al progetto di “Work Experience” e che si poteva consultare sia sulle pagine dello stesso sito, sia presso l’ufficio del lavoro.
Scorrendo l’elenco di tutti i nominativi ne ho trovati diversi che avrebbero potuto fare al caso mio. Così, pur non avendo un’azienda cui rivolgermi ho deciso di tentate ugualmente ed ho cominciato a telefonare. Purtroppo però era l’ultima settimana di settembre e parecchie aziende avevano già scelto i propri borsisti. Ma non tutte, ancora! Sono andata avanti con le telefonate convinta che, prima o poi, avrei trovato qualcuno cui il mio profilo avrebbe potuto interessare!-


-E poi?- domando ancora alla mia amica.

Stendo l’ultimo strato di vernice sulle unghie e sono talmente concentrata che sembra quasi non la stia a sentire, ma sono sempre più interessata a sapere come la  mia amica sia riuscita nell’impresa.

-E poi ho trovato 2 aziende. Sono anche andata a fare un colloquio ma niente di fatto. Solo molte ipotesi e poche speranze. Anche altre persone si erano offerte presso quelle stesse aziende, stavano ancora valutando i vari candidati e non potevano darmi una risposta certa.
Mi sono resa conto di essermi mossa troppo in ritardo. Oramai mancavano pochissimi giorni alla scadenza ed a quel punto non ci speravo proprio più. Poi, a soli 3 giorni dal termine, sono stata richiamata da entrambe le aziende che, studiando meglio il mio curriculum, hanno deciso di ricontattarmi.
Incredibile, non avevo ancora trovato un soggetto ospitante e nel giro di 2 ore mi sono invece trovata nella condizione di dover scegliere, e alla svelta …-


-Non potevi presentare due domande?- la interrompo ancora pensando di aver trovato la furbata del secolo!

-Troppo facile così! No che non potevo, sarebbe stato un motivo di esclusione!
Ho scelto tenendo in considerazione la possibilità, una volta terminato il “Work Experience”, di poter essere poi assunta. Sono previsti incentivi fino a 7 mila euro per tutte quelle imprese che al termine degli 8 mesi si impegneranno a trasformare la borsa di studio in contratto di lavoro a tempo indeterminato.-


-Beh…una volta che hai trovato l’azienda il gioco era fatto!!!-

Passo la lacca trasparente ed il gioco è finito anche per me!

-Macchè, niente affatto!!! Essere riuscita a trovare l’azienda è niente in confronto all’impazzimento per l’inoltro della domanda che doveva obbligatoriamente essere presentata sia in via telematica, registrandosi sul sito “Siform” della Regione Marche, sia in via cartacea. Ma non è stato complicato registrarsi sul sito quanto reperire i vari documenti da allegare. Mi serviva la fotocopia del diploma che però avevo lasciato a casa di mia madre, quindi sono corsa dai miei a prendere l’attestato che però non si trovava più!!! Ho messo letteralmente sottosopra la mansarda e dopo oltre due ore di ricerca è saltato fuori dal fondo di un cassetto. M’era preso il panico, t’immagini? Poi subito di corsa al Centro per l’impiego per richiedere la mia scheda professionale. Ne avevo già una ma recava data precedente quella di emissione dell’avviso pubblico per cui troppo vecchia. Lì per fortuna ho fatto presto ma mancavano alcune firme dell’azienda ospitante e ho dovuto lasciare tutti i modelli e tornare a riprenderli … insomma un vero e proprio calvario!!! Quando mi sembrava che tutto fosse completato, all’ufficio postale, la signora dello sportello mi fa notare che avevo dimenticato di inserire sulla busta la dicitura “Rif. WE Diplomati PMI”!!!
Un vero incubo ma per fortuna, nonostante le corse dell’ultimo minuto, sono riuscita a spedire in tempo!-


Non mi rimane che aspettare che si asciughi anche l’ultimo strato di smalto ma Alessandra, che sembra aver terminato pure lei la sua storia, aggiunge:

-…  poi non è detto che mi prendano. Sai quante domande arriveranno? Tantissime, e ci sono solo 150 borse! Per saperlo dovrò aspettare metà dicembre, quando saranno rese note le graduatorie. Dovrei comunque ottenere un buon punteggio perché ho un voto alto alla maturità, non sono troppo giovane e sono una donna. A questo punto moltissimo dipenderà dal punteggio che assegneranno al progetto che ho presentato!-
termina Alessandra mentre guarda l’ora sul cellulare.

Non ha bisogno che io l’accompagni, perché conosce benissimo la strada. Si alza e se ne va lasciandomi alle prese con lo smalto ancora da asciugare.

-Allora incrociamo le dita, smalto permettendo ovvio, e speriamo bene!!!!-  le dico prima di salutarci.

E mentre resto sola a fissare i miei piedi, oltre a pensare che non ci sono più gli smalti di una volta, quelli che si asciugavano subito e non ci permettevano di stare tutto questo tempo a pensare alle nostre fisse mentali, rifletto specialmente su un particolare che a molti di certo sarà sfuggito: per risolvere i problemi del futuro non è azzardato ripescare dal passato soluzioni che hanno portato ottimi risultati. Soluzioni che in buona parte appartengono alla storia delle Marche e delle altre regioni Italiane, soluzioni così radicate nel tessuto culturale che, proprio grazie ad esse, ora l’Italia e le Marche stesse sono ancora più famose nel mondo. Ripensandoci sembra come quando nel medioevo le famiglie si svenavano per mandare i loro figli "a bottega" dai famosi artisti pagando costoro per far lavorare i loro figli, per fare in modo che questi loro figli imparassero il “mestiere”, che imparassero “l’Arte” e non solo per metterla da parte, ma grazie alla quale potersi rendere autonomi e, perché no, anche soddisfatti umanamente ... un bellissimo ritorno al medioevo o al rinascimento... in fondo dovrebbe essere interessante come tentativo in una regione artisticamente valida come le Marche, perché noi siamo ciò che siamo anche grazie a ciò che il passato ci ha tramandato e lasciato, e noi saremo stati bravi se trasformassimo questo sapere in un futuro di grandi prospettive.


   di Laura Gioventù

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