Parliamo di...
CRONACHE FERMANE
Punti di vista e punti ciechi di Laura Gioventù
Non siamo più dei “provinciali”, anche noi facciamo le “marchette”.
La crisi della calzatura ma anche del cappello, attività manifatturiere prevalenti sulle quali si regge l’intera l’economia del Fermano, insieme alla difficile situazione economica nazionale, fanno preoccupare le famiglie, alle prese con i conti della fine del mese, i giovani, alla ricerca disperata di un posto di lavoro che non c’è, ma anche economisti e professori universitari che filosofeggiano su ricerche di mercato e piani strategici di rilancio e politici, sensibili solo alla ricerca costante di voti. (Giovani preoccupati voto 10)
Per cui in alternativa c’è il gusto di parlare di “Distretto Culturale”, di sviluppo turistico del Territorio attraverso la valorizzazione e il potenziamento dell’offerta culturale, delle strutture ricettive e delle possibilità di divertimento.
Ma ci chiediamo come sia possibile far diventare attraente, per un visitatore, il nostro territorio sia dal punto di vista turistico sia culturale se mancano programmi coordinati, una organizzazione seria e professionale ed un’adeguata comunicazione promozionale???
Purtroppo mi trovo costretta a dover riconoscere, con rammarico e grande tristezza, che è improbabile se non addirittura impossibile che ci si possa far conoscere se nemmeno siamo capaci di presentarci adeguatamente a noi stessi!
Abbiamo una grande potenzialità che però non sappiamo sfruttare e sviluppare.
Come tutti sottolineano con grande orgoglio Marchigiano,
“Abbiamo a disposizione un meraviglioso paesaggio, abbiamo la fortuna di avere le montagne più belle d’ Italia - i Monti Sibillini - e una spiaggia incantevole ed attraente come quella adriatica, il tutto a una distanza davvero minimale: il che rende il nostro territorio un caso preziosamente unico. Non abbiamo nulla da invidiare agli altri.”
Ma ne siamo proprio sicuri? Grandi discorsi in pompa magna e da riempirsi la bocca, ma poi nei fatti, la realtà qual è?
L’offerta ci sarebbe ma è troppo disordinata, poco promossa, scarsamente pubblicizzata e comunque non coordinata, per cui è come non ci fosse.
Ci sono momenti in cui gli appuntamenti si accavallano e altri giorni in cui non c’è nulla.
Manca un programma unitario di iniziative culturali al di sopra delle singole realtà locali. Un nuovo metodo di lavoro che la nuova Provincia di Fermo dovrebbe sviluppare se vuole dimostrarsi davvero “nuova”.
Proprio ieri sera, martedì 20 luglio 2010, ero indecisa nello scegliere tra la lettura di alcune poesie della mia ex professoressa di italiano delle superiori, Nanda Anibaldi,(voto 9 di stima) che con la sua verve da “Son Fumino, se non lo dico mi sento male” sa sempre essere accattivante e travolgente, oppure andare alla serata di apertura del cinema all’aperto di Porto San Giorgio.
Per entrambe le iniziative non ho travato nulla di scritto sui quotidiani locali, ma solamente due articoli online pubblicati da Media Comunicazione sul sito “Infomazione.tv”.
Il 16 luglio era comparso un articolo proprio sull’inaugurazione di Cinemagnolie 2010 che “avrebbe” dovuto avere come ospite speciale l’attore Giorgio Pasotti. Andando a rileggere l’articolo mi sono accorta che, nonostante la dettagliata biografia della carriera dell’attore, l’autore (voto 4) ha tralasciato una piccola ma importante informazione: l’ora di inizio. Un dettaglio non di poco conto.
Come capita di frequente, gli eventi culturali si sono accavallati anche con quelli famigliari, per altro a volte pure un po’ noiosi.
Sta di fatto che pur essendo stata invitata da mia suocera in occasione del suo compleanno, appena cenato mi sono alzata in fretta e furia senza poter neppure assaggiare il dolce, per andare alla presentazione cinematografica, curiosa di assistere all’intervista del Dott. Adolfo Leoni (voto 6).
Mi presento come al solito “just in time” e al momento dell’acquisto del biglietto prendo anche la piccola brochure con il programma e con mio grande stupore mi accorgo immediatamente che, non solo non verrà trasmesso il film “Baciami ancora” come era stato previsto, ma di Pasotti nemmeno l’ombra. (Pasotti, voto 8 per la bellezza).
Sul palco viene presentato Andrea Montovoli, attore a me sconosciuto, come anche ai più presenti in platea, coprotagonista insieme a Raul Bova (voto 9) nel film “Scusa ma ti voglio sposare.”
Solo un articolo era apparso la scorsa settimana su “Informazione.tv”, mentre i quotidiani locali non ne avevano neppure scritto.
Si è trattata, forse, di una tecnica commerciale, quella di dare un nome famoso in pasto al pubblico, per attirare l’attenzione e richiamare spettatori? Il dubbio ci sta tutto visto che l’arena è stata sistemata dalla società Multi Movie, la stessa che il prossimo novembre avvierà il Multiplex di Campiglione di Fermo e che probabilmente ha bisogno di farsi conoscere, ma principalmente di far conoscere al pubblico la prossima apertura commerciale!
Come mai lo stesso sito internet “Informazione.tv” (voto 5) non ha comunicato il cambio di programma?
Forse una variazione improvvisa, di cui però non è stato fatto il minimo cenno al pubblico presente pensando probabilmente che i giornali e le notizie non le legga “quasi” più nessuno, tutti distratti dalla grande discussione “Motodromo sì, motodromo no” (voto entro i limiti di velocità).
Forse un cambiamento inaspettato pure per lo stesso presentatore Leoni che alla domanda su come avessero reagito i genitori dell’attore nell’apprendere la volontà del figlio di intraprendere la carriera cinematografica, scopre, con costernazione più nostra che sua, che Andrea Montovoli (voto 7 di stima) è orfano di padre dall’età di 12 anni. Tutto fortunatamente passa inosservato con grande eleganza. La parola poi passa al Sindaco della città, Andrea Agostini, (voto 4) che ha tenuto a sottolineare l’inizio di “interessanti” rapporti di collaborazione con la società Molti Movie sia per il nuovo allestimento dell’arena sia per la programmazione invernale di cinema d’essai e cinema per scolaresche a Porto San Giorgio.
E non si è capito se intenderanno riaprire il vecchio cinema Sangiorgese oppure creare una nuova sede. Collaborazioni di cui non si conoscono seguiti e costi per l’amministrazione cittadina, e sottolineiamo costi e non guadagni, perché sembra una eresia dire che con una politica culturale attenta e precisa si potrebbero anche guadagnare dei soldi. Stranamente ci riescono i privati ma mai le amministrazioni comunali. Che strano, vero?
Un cambio di programma non avvertito, un pessimo inizio ed un film, “Baciami ancora”, che non compare nemmeno sul programma. Solo un’occasione ben studiata ma male eseguita di pubblicità per la Multi Movie: una chiara operazione di “marchetta”, venuta pure male! (Marchetta mal riuscita voto 2)
Questo non è sicuramente l’unico episodio negativo.
Si fa sempre un gran parlare di giovani, di cultura e di arte.
Domenica 18 luglio 2010 mi sono trovata a Fermo, spinta dalla curiosità e dal mio orgoglio Fermano, davanti ad una scena desolante. Mi sono recata in centro storico per vedere una collettiva di arte moderna di giovani talenti locali in mostra a Piazzale Azzolino in occasione della prima edizione di “Fermento Festival” (voto zero).
L’arte moderna è considerata effimera e, da queste parti, riceve poco interesse. La tristezza è stata grande quando, arrivata là, non c’era praticamente nessuno.
Come si può pensare di “fare cultura” se le organizzatrici stesse della mostra hanno disertato e degli artisti nemmeno l’ombra?
La mostra iniziava, come da programma alle 19 e pur essendo solo le 20 di una domenica di piena estate, il pubblico, dov’era? Gli artisti vanno presentati e intervistati, le opere, moderne e quindi di libera interpretazione andrebbero spiegate. Quantomeno per evitare la passiva e insignificante fruizione di un’arte che così presentata è solo un inutile “perder tempo”. Ed invece niente di niente. Le opere stavano là, appese sulle grate di quei pannelli, solitarie ed abbandonate a loro stesse.
Le giovani generazioni rivendicano spazio e occasioni di lavoro, ci si auto elegge o ci si celebra come artisti e organizzatori di eventi quando a mancare è proprio la professionalità.
Ci si improvvisa senza essere dei professionisti; quantomeno dovremmo cercare di essere professionali!
Non vorrei fare di tutta un’erba un fascio perché poi ci sono delle manifestazioni che funzionano bene come, per citarne una recente, il recital “Love of my life” messo in piedi da Ortomagico Musical (Voto 7). Uno spettacolo di prima classe che comunque la stampa locale non ha evidenziato nella giusta maniera.
Tuttavia, anche in questa occasione, ci sono stati disguidi nella prenotazione dei posti. La vendita dei biglietti è stata affidata anche a una tabaccheria Sangiorgese ma, arrivata all’ingresso di Villa Vitali, pur avendo prenotato il giorno precedente per un posto numerato in platea, mi sono vista assegnare un posto non numerato sulle gradinate. Altro esempio, questo, di poca professionalità nella gestione e nell’organizzazione dello spettacolo. Uno spiacevole inconveniente che non si sarebbe verificato se non ci si improvvisasse in lavori che non sono di propria competenza.
Ha ragione il Prof. Evio Ermas Ercoli, (voto 8 per la competenza) autore, promotore e provocatore di eventi culturali, che in una recente intervista, parlando degli sbocchi lavorativi che le manifestazioni culturali possono offrire ai giovani del territorio, ha dichiarato:
“…in una situazione come quella che abbiamo vissuto di tuttoingioco c’era coinvolto dallo 0,1% al 3% dell’occupazione giovanile e questo è il massimo che può esprimere un appuntamento del genere o altre situazioni. Secondo me siamo al minimo perché non abbiamo obblighi, impegni e relazioni sul territorio. Io credo che questi appuntamenti possano essere la vera sponda di quest’occupazione e si parla di un settore che va dagli istituti tecnici professionali fino agli uffici stampa ecc. Quale futuro c’è di occupazione nel settore degli eventi, nei settori degli appuntamenti culturali? Si può fare economia in questo settore? Si può rispondere in tantissimi modi: da una parte bisognerebbe avere la certezza degli investimenti, dall’altra ci vuole un minimo di professionalità nella risposta. Siccome le due cose non entrano sempre in sintonia, io investo, però non mi fido di te e tu non esisti per me, alla fine non ci si incrocia. Questa è la questione. Quindi io alla fine faccio occupazione per gli esterni, per i NON marchigiani, per quelli che sono fuori dal giro, mentre quelli che rimangono nel giro si occupano delle Pro Loco, della festa di campanile e non riescono ad entrare in questo tipo di sistema. Non so se mi sono spiegato …”
Occorre un minimo di professionalità nella risposta, altrimenti non si va da nessuna parte e trasformare la vocazione di questo territorio resterà sempre una pura utopia! (utopia voto 10…i sogni sono gratis ma sempre ben pagati)
di Laura Gioventù