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Intervista a Chiara Gamberale

Metti una Gamberale sul comodino e non te ne pentirai. Di Laura Gioventù

Intervista a Chiara Gamberale

Sabato 12 marzo, presso la Sala conferenze di Villa Baruchello di Porto Sant’ Elpidio (FM) Chiara Gamberale ha presentato il suo ultimo romanzo “Le luci nelle case degli altri” (Mondadori) e noi l’abbiamo intervistata cercando di passare dalle zone cieche alle luci delle persone di fronte.


La “zona cieca” è una stanza dove non abbiamo acceso la luce oppure un distacco per morosità?

Eheh….(ride) … cominciamo bene…la “zona cieca” è questo e quello…però mi piace più pensare la prima, una stanza dove non abbiamo acceso la luce, perché così la responsabilità è nostra … (ride)

L’intelletto distingue fra il possibile e l’impossibile, la ragione distingue fra il sensato e l’insensato. Ma a questo punto noi donne coma facciamo a scegliere l’uomo giusto?

Dobbiamo fare un movimento di “pancia” e di cuore. Personalmente, sia l’intelletto che la ragione, dopo averli coltivati per una vita, li trovo un po’ sopravvalutati nella scelta dell’uomo giusto perché si potrebbe rischiare di voler corrispondere troppo al principe azzurro che sognavamo da piccole e che non è mai esattamente quello che poi ci aspettiamo…è fatto per deluderci…

…le attese poi rischiano di essere disattese…

…certo… non potrà mai corrispondere a questa figura perché il principe azzurro non esiste…

Ma fra Francesco Totti e Roberto Saviano chi scartiamo? 

Io sono romanista, da sempre, quindi…
Vabbè, sono state senza dubbio le due interviste più belle della mia vita radiofonica ed è stato molto curioso far parlare di Dio Francesco Totti e di sesso Roberto Saviano trattandoli in maniera diversa dal solito… diciamo che già basterebbe uno a metà strada tra i due…

…ma se dovessimo proprio scegliere?

Tra i due? Ma poi per farci cosa? …È questo l’importante da sapere…

Come uomo per la vita oppure perché no, anche solo come amante…?!?

…sono sposata con uno scrittore e quindi sceglierei Totti. Insomma, me la giocherei diversamente proprio perché già conosco gli scrittori. Sceglierei una cosa che non ho mai conosciuto, anche se però Saviano è unico perché non è “lo scrittore” …


Quale è il vero tabù delle donne, il sesso, i soldi, i figli, la bellezza oppure la carta d’identità?


Tabù nel senso che le donne non hanno il coraggio di parlarne o di parlarsene tra loro?

…entrambe!

…secondo me la donna ha ancora un problema con il piacere, dunque direi con i soldi ed il sesso perchè con tutto quello che le da piacere ha ancora un senso di colpa atavico, mentre con il camuffare l’età, con i figli e con tutto ciò che ha a che fare con la gravosità dell’esistenza la donna è molto allenata anche a livello inconscio. Con i soldi invece, con la bellezza ed il sesso la donna ancora potrebbe fare dei passi avanti e dire “sì, me lo merito, sì, me la godo”.

“Il mondo è pieno i donne tradite e di uomini abbandonati” (Chiara Gamberale in “La zona cieca”) Qual è la differenza?

Beh, questa è una frase di una ascoltatrice della protagonista del romanzo e non della protagonista stessa, infatti io non l’avrei mai scelta per metterla in quarta di copertina, però queste sono esigenze editoriali. Questa frase nel libro non è una frase delle mie che secondo me mi riguarda, è una frase che dice una donna che è amante di un uomo da sei anni… Di sicuro però, se ci si guarda intorno, generalmente l’uomo ha difficoltà con le scelte e sembra che non ci sia scampo, se gli uomini tradiscono le donne abbandonano. La vulgata vuole che l’uomo un malessere lo gestisca senza gestirlo e la donna sia invece da taglio netto però in effetti non è detto sia sempre così, queste sono delle generalizzazioni…

…secondo lei le donne hanno più coraggio di lasciare un uomo?

Beh, io non ce l’ho mai avuto! Faccio tanta fatica a lasciare…

…è stata sempre lasciata?

Ho lasciato…ma sono stata anche lasciata! Ho fatto tutte e due le cose, però ho sofferto di più a lasciare, ma io ho una forte componente maschile dentro di me … poi però arrivata ad una situazione pesante ho lasciato.

Nel romanzo “Una passione sinistra” la protagonista Nina tradisce Bernardo con Giulio. “Questo però non toglie che Bernardo sia la sua vita. Non qualcosa a cui DOVER fare ritorno ogni sera, qualcosa a cui VOLER fare ritorno.”
Il sesso disgiunto dall’amore è una cosa riprovevole, eppure perché le donne fanno sesso anche se non c’è tutto questo amore?

Perché l’amore è qualcosa di raro, e secondo me le donne, come gli uomini, fanno sesso anche quando non c’è amore perché noi viviamo tutti i giorni anche senza che le nostre siano tutte giornate eccezionali, perché è una sfumatura …penso che il sesso unito al sentimento capiti poche volte nella vita, gli amori sono esperienze sconvolgeti….il sesso, il sesso  è un’altra cosa, ma certo, se fatto bene può darti un’illusione d’amore.

La protagonista del romanzo è appagata sessualmente dall’amante ma non per questo avverte il ritorno dal marito come dovere, anzi, tutt’altro…lei vuole tornare da Bernardo…

La protagonista ha ben chiara la differenza tra sesso e amore…e forse il sesso va così bene con l’amante anche perché, ma questa è una grande provocazione, lo rispetta meno! Forse chissà che il sesso, come in questo racconto, quando c’è meno rispetto del partner possa venire fuori più animalesco e quindi più fedele e se stesso…

C’è una frase …“La vita è un insieme di avvenimenti, di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto ’insieme.” (Italo Calvino) Che ne pensa?

…che ahimè è proprio così, il destino…lo dice anche Mandorla, la protagonista del mio ultimo romanzo, mentre guarda le macchie di umidità che si sono formate sul soffitto. Sono macchie sparpagliate e ci piacerebbe unirle con un senso logico ma a volte quel senso non c’è…è un liquido amniotico …qualcosa di spirituale e di misterioso.

C’è un avvenimento particolare che ad un certo punto ha cambiato il senso della sua vita?

A volte mi dico di sì, altre volte dico di no. Se cambiare il senso della vita vuol dire anche darti un altro senso su te stessa, cioè darti un altro punto di vista da cui guardare te stessa, allora l’avvenimento determinante è stato senza dubbio l’incontro con la persona che oggi è mio marito.

Per parlare un po’ di politica, nel suo libro “Una passione sinistra” la “piccola” storia di due coppie di persone si intreccia con la “grande” storia, dalla caduta del muro di Berlino all’ultima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi. Pensando al libro mi viene in mente una frase di Giorgio Gaber che dice “Non temo Berlusconi in se, temo Berlusconi in me.”

È esattamente questo il senso del libro! La coppia “di sinistra” rifiuta così tanto certi modelli e poi è proprio la donna di questa coppia che prova questa forte ed oscura attrazione per qualcosa di così tanto diverso da lei, un uomo dagli ideali di destra, appunto. In questo senso il libro vuole anche essere la metafora di una Sinistra che, anziché fare la Sinistra, prova a giocarsi su territori che non sono suoi. Ovviamente vince l’amante “di destra”…

La Destra fa tanto riferimento alla famiglia, poi però stranamente i suoi leader sono tutti separati mentre a Sinistra sono tutti ancora (felicemente ?) sposati…

Sì, questo è uno dei famosi paradossi… (ride)

Sinceramente lei teme più Berlusconi o se stessa?


Ah, me stessa! Senza dubbio, non c’è proprio paragone!

Sempre restando in tema, quando una donna si candida in politica, secondo lei noi donne elettrici che cosa dovremmo chiedere a un’altra donna?

Dovremmo chiederle di rimanere se stessa, cioè di non imitare gli uomini, ma anzi, di portare, nel suo fare politica, tutto il suo essere donna e di non annullarlo dal momento in cui ricopre una carica storicamente maschile. Nella sua avventura deve portare anche e soprattutto il suo essere donna, è un presupposto molto importante affinché possa poi fare delle scelte che sostengano le donne …

Nella letteratura femminile, chi siamo noi donne che leggiamo e chi siamo noi donne che scriviamo?

Sia quando leggiamo, sia quando scriviamo, è esattamente la stessa cosa, siamo persone che hanno paura del mondo ed hanno bisogno di rifugiarsi in un mondo ideale, un mondo che poi trasformano in un laboratorio dove riuscire ad elaborare ciò che più le spaventa per comprendere meglio la realtà.

Se il libro è un viaggio, il continuo proliferare di premi letterari, secondo il suo parere, sono il percorso mentale meno accidentato per scoprire nuovi talenti, oppure rappresentano i luoghi di sosta meno fantasiosi  per imporre le nuove letture per un pubblico sempre meno viaggiatore, sempre meno appassionato?

Dovrebbe essere un modo per scoprire nuovi talenti, ma temo che in alcuni casi, purtroppo, sia anche un modo per imporre le letture. In alcuni premi letterari regionali, più piccoli, c’è ancora una ricerca vera, una lettura attenta di vera “scoperta”  … certo, poi, i premi letterari più grandi e più famosi sono un po’ come Sanremo. Anche per la musica ci sono moltissime manifestazioni piccole e meno conosciute ma dove quella ricerca è tenuta ancora ben presente.

Filosofia e Psicologia sono madre e figlia che stanno sempre a litigare oppure sono due complici?

No, sono sorelle, sorelle che ogni tanto litigano. Anzi, sono sorelle gemelle eterozigoti!

Ecco ... io sono una gemella…..etegozigote!

Ah, bene, chi sei allora, Filosofia o Psicologia?

Oddio…abbiamo invertito i ruoli, ora è lei che fai le domande a me? …non saprei…forse filosofia…forse nessuna delle due…(rido)…
Un’altra domanda…c’è un famoso psicologo analista junghiano, Hillman, che dice “I miei pazienti finiscono la terapia nel momento in cui capiscono che sono più matto di loro”….ma secondo lei, andiamo dallo psicoterapeuta perché speriamo di trovare uno più matto di noi così ci sentiamo “normali”?


Il transfert potrebbe anche essere definito così, certo, Hillman appartiene ad un'altra scuola di pensiero perché i freudiani invece ti dicono molto poco di loro, però, già essere compreso nella tua “mattanza” è un segno della “mattanza” dell’altro, quindi in un certo senso potrebbe essere proprio così….

Jean-Jacques Rousseau diceva “Nulla è più indispensabile del superfluo”. Per Chiara qual è l’indispensabile e qual è il superfluo?

Se fosse per me l’economia non andrebbe avanti. Per me sono indispensabili pochissime cose…il cellulare per telefonare, il computer per scrivere…ho un rapporto strano con gli oggetti materiali, ho un rapporto molto labile con essi…li dimentico spesso…li perdo. Essenziali sono invece le persone, la mia famiglia è il punto fermo della mia vita.

Qualcosa di superfluo a cui non rinuncia?

…le sigarette, senza dubbio, perché fumo! E poi… poi le serie televisive americane. Mi piacciono molto! I cofanetti di dvd….

Qual è la vera differenza tra un bambino ed un adulto? La taglia dei pantaloni o lo sguardo con il quale guardano il lato B delle donne?

Purtroppo e per fortuna a volte sono simili. A me di solito piacciono gli uomini che lo sguardo lo mantengono intatto come i bambini, mi piacciono quelli un po’ poetici…però poi il guaio e che non ti guardano da maschio … (ride) …è un problema anche quello!!!

Perché continuiamo a preoccuparci di non sapere dove andiamo, non sarebbe più saggio preoccuparsi di sapere dove non stiamo andando?

Sì, assolutamente sì, ci sto provando soprattutto in questo periodo della mia vita, mi dico vabbè, se non riesco a capire dove voglio andare, l’importante per me, è capire e tenere ben presente dove non andare, per non correre il rischio di dover fare poi delle scelte che non somigliano veramente a me.

“Le luci nelle case degli altri” è il suo ultimo romanzo edito da Mondadori. Ce lo descriva in quattro aggettivi!

….ma io non sono brava a farmi i complimenti…la butto là.
Necessario, per me, di averlo scritto; è un romanzo corale; senza dubbio sentito, ma ho già detto necessario….poi, faticato, molto faticato …e familiare.

Quali sono i suoi progetti futuri, stai già pensando al tema del prossimo romanzo oppure ad una nuova trasmissione radiofonica?

No, sto pensando al tema del prossimo romanzo, ma prima devo però capire bene che cosa sto vivendo in questo momento perché la mia scrittura riguarda molto i momenti della mia vita…

Ora non so più che cosa chiederle…che cosa domanderebbe ad una che di cognome fa “gioventù”?

Quanti anni hai… (ride)….!!!

Se la penultima domanda è “sei felice?”, quale vorrebbe fosse l’ultima domanda?

Prima rispondo alla penultima perché mi piace: sono felice in parte, sto lavorando per! La domanda successiva è “è vero che sai che te lo meriti?” ….sìììììì.



di Laura Gioventù

 



Nota sull’autrice.
Chiara Gamberale, conduttrice radiofonica e televisiva, è nata nel 1977 a Roma, dove vive.
Ha scritto “Una vita sottile” (Marsilio, 1999)” Color Lucciola” (Marsilio, 2001) “Arrivano i pagliacci” (Bompiani, 2003) ” La zona cieca” (Bombiani, 2008, Premo Selezione Campiello), “Una passione sinistra” (Bompiani, 2009). “Le luci nelle case degli altri” (Mondadori) è il suo ultimo romanzo. E’ stata anche autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici, come”Gap” (Raiuno),” Quarto piano scala a destra” (Raitre) e “Trovati un bravo ragazzo” (Radio24). Da gennaio 2010 conduce tutte le mattine su Radio2 “Io, Chiara e l’Oscuro”. Collabora con “La Stampa”, “Vanity Fair” e “Il Riformista”.

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